La gestione di allergie e intolleranze passa anche dalla giusta alimentazione.
Sebbene i trigger specifici possano variare ampiamente, i fattori sottostanti che le influenzano sono interconnessi attraverso la genetica, l’esposizione ambientale, l’efficienza del sistema immunitario, lo stile di vita e gli aspetti psicologici.
Genetica
La genetica gioca un ruolo fondamentale nel determinare chi potrebbe sviluppare allergie. La letteratura dimostra che se un genitore ha allergie, il figlio/a ha una probabilità significativamente maggiore di svilupparle. Questa probabilità aumenta ulteriormente se entrambi i genitori sono allergici. Una complessa associazione tra diversi e specifici geni correla con la possibilità di sviluppare e l’asma, l’eczema e la febbre da fieno. La predisposizione genetica non garantisce in ogni caso che un individuo svilupperà allergie, ma prepara il terreno per possibili risposte allergiche.
Esposizione ambientale
L’ambiente è ricco di sostanze allergeniche come polline, spore di muffa, forfora di animali domestici e acari della polvere.
Il riscaldamento globale, unito a fenomeni locali come lo sviluppo urbano che porta edifici e infrastrutture a trattenere e rilasciare il calore solare, ha un impatto diretto sulle tempistiche delle fioriture, alterando così il ritmo abituale delle stagioni. Questo può far sì che i pollini, tradizionalmente presenti in primavera, inizino a diffondersi nell’aria già alla fine dell’inverno. Di conseguenza, le stagioni dedicate alla pollinazione possono estendersi o ridursi, provocando reazioni allergiche anche in periodi atipici.
I cambiamenti climatici influenzano poi la quantità di vegetazione e la produzione di polline, nonché la durata delle stagioni polliniche, intensificando l’esposizione ai pollini e, quindi, incrementando il rischio di sviluppare allergie.
Disregolazione del sistema immunitario
Il ruolo principale del sistema immunitario è difendere l’organismo da patogeni. Tuttavia, nelle persone con allergie, questo sistema identifica erroneamente sostanze innocue come minacce, innescando una reazione eccessiva. Questa disregolazione può essere dovuta a fattori genetici, esposizione precoce agli allergeni o persino alla mancanza di esposizione a ambienti microbici (‘’l’ipotesi dell’igiene”), che suggerisce che ambienti eccessivamente sterili possono sopprimere lo sviluppo normale del sistema immunitario.
Riguardo quest’ultima teoria occorre precisare che sebbene l’esposizione precoce a microrganismi possa avere un impatto nella formazione del sistema immunitario, non ci sono ancora prove concrete che suggeriscono che esporre i bambini ai germi sia un metodo efficace per prevenire allergie o malattie autoimmuni.
È cruciale trovare un equilibrio tra mantenere un livello di igiene sufficiente per evitare infezioni e permettere un certo contatto con microrganismi che potrebbero incidere positivamente sullo sviluppo del sistema immunitario.
Stile di vita
Dieta, fumo, esercizio fisico ed esposizione a sostanze irritanti influenzano significativamente il funzionamento del sistema immunitario e la sua capacità di far fronte agli allergeni. Ad esempio, una dieta povera di antiossidanti e acidi grassi omega-3 può esacerbare le risposte infiammatorie. Allo stesso modo, il fumo può compromettere la funzione respiratoria e aggravare le condizioni allergiche. Il tabagismo attivo e passivo aumenta il rischio e la gravità dell’asma, che spesso coesiste con altre condizioni allergiche.
Fattori psicologici ed emotivi
Lo stress e il benessere emotivo giocano un ruolo cruciale nella gestione delle allergie. Lo stress può indurre alterazioni ormonali, scatenando potenzialmente processi infiammatori e compromettendo la risposta immunitaria. Lo stress cronico può indebolire il sistema immunitario, rendendo il corpo più suscettibile a reazioni allergiche ed inoltre può esacerbarne i sintomi, portando a un ciclo in cui stress e allergie si rinforzano a vicenda.
Adottare un approccio olistico nella gestione di questi fattori può contribuire a ridurre l’impatto delle allergie e a migliorare la qualità della vita di chi ne soffre.